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Se nuotassimo la sera nell'ampia
piscina
Al centro del parcheggio
Dopo un giorno intero a esplorare le più deserte strade di Pompei
Questo sciacquio quieto, che va alla deriva come un eco
Sotto l'antica freschezza del cielo
Sarebbe nostro
Circondati da automobili.
Se scivolassimo verso il bordo
poco profondo del presente
Dopo aver camminato sotto le querce del Foro Triangolare
Dopo esserci trastullati coi souvenir senza comprarne uno
Dopo aver abbandonato la città finita mentre si svuotava a orario
Il paesaggio analfabeta
Sembrerebbe scordarsi quasi di colpo
Gli slogan dipinti sui muri in rosso, gocciolante Latino
O in Osco. Politiche,
sessuali, commerciali,
Improvvisatesofisticate
volgarità
Come se allora, diversamente da oggi, le scelte dipendessero
Da aspetto, storia, personalità
E il genere di fato improgrammabile
Che non serve a belleza.
CUNNE SUPERBE, VALE.
O a simpatia: ceramiche spezzate, cemento cenere;
Un potenziale inesaudito
Si ripiega su se stesso
E via, è andato. Graffito-colatura. Andato:
O se gentilmente avanzassimo
fluttuando verso noi stessi mentre
Increspature si soffondono
sulla superficie sensibile
Allora potremmo rilassarci senza immaginare violenza
Senza figurarci le tremende morti così pazientemente sigillate
nella resina,
O ricordare i cani vagabondi e altri blocchi del passato...
Rammemorando, semmai, mentre fluttuiamo
Dietro il motel, fuori dalla finestra
Della nostra stanza, che l'arancio è cresciuto
Al bordo della città tombale
Finchè tocchiamo questo cemento insibillino.
Ma se poi ci aggrappassimo
al bordo, emersi grondanti dal pensiero
E lasciassimo orme bagnate nel parcheggio
Da questo umano monumento solo per portar via
Una commedia dal temporaneo, formato cartolina
Appiccicata nella fotografia, smerigliata dal tempo
Spianata e lucidata per i souvenir
Potremmo scoprire
Se la comprensione è uso di bellezza
Che dopo tutto forse noi
Non abbiamo capito; che i misteri
Ci abbracciano come farebbe l'acqua.
O se ritenessimo invece di
spegnere il pensiero
Scorniciare il passato, nuotare nel risvegliato
Disordinevole spirito dell'acqua
Non un ordine immediato a noi
Eppure, sì, un ordine, vitalizzante
Tra giochi di riflessione
Intorno a noi, malgrado il cloro (scettico sapore):
L'incielato cambiamento
Non classico, emendato,
non rivisto.
O se noi potessimo baciare
l'acqua, scivolar sotto, andare fluttuando
Verso immagini ondulate, confondenti azzurri
Un'ombra tormentata spazza il fondo e scompare
Il sole sfarfalla sulla superficie
Sul golfo, sul vulcano
Ma persino là sott'acqua udire ancora il treno, fischiante
Che passa, verso il muro della stazione
Con VIVA
LA FICA graffiato sulla vernice fresca
Ricordandoci dei nostri biglietti: il respiro trattenuto
Ci scappa mentre emergiamo strepitosamente.
È possible che
È necessario che
Che l'azzura piscina circolare
Con l'inserto di due triangoli opposti
Sia riempita da canali come erano i bagni
E le stanze scaldate da ipocausti...
Uno potrebbe riemergere e trovare il mondo antico, vivo.
La pittura della villa su in collina
Fu umida un giorno come
L'asciugamano steso alla finestra della nostra camera d'albergo;
Ma, solo ultimi turisti del passato
Noi riflettiamo su quest'acquanon il fallo coperto
O l'angelo che flagella l'iniziato
E tutto questo passato
Non è altro che la maschera da vecchio Sileno
Esibita dal ragazzo
Per spaventare il giovane uomo (che si aspetta
Di ritrovare il suo bel viso riflesso
Nel bacile tenuto dal vecchio, vecchio sul serio
Non questo truccoe presto nessun trucco affatto).
Se questa piscina antica riflette un nuovo cielo, entrambi sono
Presenti, immutati e mutanti:
La superficie schiaffeggiata dalla pioggia,
Fiume intrappolato, impluvium
Questo liquido adesso
Anche nel centro del parcheggio
La nostra prima notte quidove?
(Già un po' sommersa nella memoria
Leggibile solo sotto un'ammiccante superficie che si turba
Al minimo movimento)Presente, quasi, nel passato
Così che in confusione
Svegli, avvolti nel lenzuolo, noi dubitiamo quasi
Qual è il posto reale?
Il treno è passato. Qualcuno accende la macchina.
Nel sogno dell'acqua, la mente s'increspa
Risponde con tremore a ogni tocco
Rivela e adotta la continuitą
Inghiotte e veglia:
Se i misteri sono non soltanto materiali
Ma nel nostro incontrare la materia dall'interno
Confusione di forme d'onda, inversioni architettoniche
L'acqua riflette e ci coglie tesi
Ai desideri sparsi dal tempo e racimolati sulla sua pelle.
O spirito dell'acqua
Che ancora ci muti mentre noi ti vediamo mutare
Mentre le macchine defluiscono
Come nuvole inconsequenti passano nel tuo cielo
Non consegnare alcun significato finale:
Mostraci come i cambiamenti
Durano nelle cose
Abbandonando la bellezza del loro uso;
Mostraci un ordine
In funzione, non acquietato, elastico abbastanza
Da alleggerire persino le porte immobili
Lasciate sbadatamente socchiusesepolte, guaste
Nei fantasmi formali in cui il cemento fu gettato;
Sempre in veglia
Fluisci contenuto e chiaro al centro delle cose
Racchiuso ma mai immobilizzato
Cambia le nostre menti come tu cambi il cielo e assieme al cielo
Mostra l'increspata liquidità nelle nostre forme più rigide
E replica loro in fine
Con un silente moto: mutando come noi siamo mutati
Presenta il presente
Rappresenta il passato.
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Traduzione
di Edoardo Albinati
"At The Motel of the Villa
of the Mysteries" first appeared in Nuovi Argomenti, No. 4 Quinta
Serie, Ottobre-Dicembre 1998, translated into Italian by Eduardo Albinati.
The poem was first
published in English in Literary Imagination, Vol. 7 No. 5, Spring
2005.
It's a real motel.
Detail from fresco.
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